Quando si vive una vita normale si ha tutto ciò che serve.
Immaginate cosa succede quando avete un lavoro, una famiglia, una casa, amici, progetti, desideri e poi una mattina vi svegliate con le bombe che esplodono e decidete di andare all’estero per salvare il vostro bambino. Mettere a repentaglio quasi tutta la vostra vita in pochi minuti, lasciate la vostra casa e cercate sicurezza. Tutto questo deve essere mentre si cerca di scappare dalle bombe, salvare se stessi, i propri figli e credere nel meglio.
La giornata mondiale dei rifugiati si celebra il 20 giugno.
Oggi, ripensandoci, dico: tutte le cose materiali che avevo prima non erano importanti. In realtà, la cosa più importante era che tutti fossero sani, al sicuro e vicini alla loro famiglia. Dal 2014 gli Ucraini sanno cosa significa essere rifugiati a causa dell’aggressione razzista. E dopo il 24 febbraio 2022 milioni di nostri cittadini sono diventati rifugiati.
Non siamo al sicuro ed è una sfida. A un certo punto, una persona si trova sulla strada, quale non lo sa.
Andate in un posto dove ci sono leggi diverse…
Andate in un posto dove si parla una lingua diversa…
Andate in un posto dove non ci sono casa, amici, supporto…
Andate dove non c’è altro che la vostra vita racchiusa in uno zaino.
Andate e costruite di nuovo con il foglio bianco. Ci si sente come un neonato. Assoluta confusione e paura. Ma nonostante tutto, si inizia a pagaiare e si cerca di adattarsi e di non impazzire. Ma si impazzisce ancora, si piange, si urla, si odia, si maledice, si versa il dolore.
Poi si raccolgono le forze e si va avanti. Impari a vivere secondo nuove regole. Ma ogni mattina e sera leggi di notizie che riguardano l’Ucraina e impazzisci di nuovo, ululando, piangendo e odiando. Perché a casa ci sono persone senza le quali non si può vivere e senza le quali non puoi immaginare una vita normale.
E cosi si vive in due Paesi. In due mondi. Che sono entrambi distrutti.
Ogni giorno inizia con notizie di esplosioni, morti, amici uccisi, amici dei tuoi amici.
Ogni giorno ti rimetti in sesto e devi andare avanti e uscire nel mondo. Nascondere il dolore perché, primo, all’estero, i tuoi problemi non interessano a nessuno, secondo, non puoi fare niente per risolvere questa situazione, e terzo nessuno straniero capirà mai cosa e come ti senti, perché non può neanche lontanamente immaginare come ci si sveglia sotto le bombe.
Questo è il modo in cui adesso sto vivendo la mia vita.
[Olha – Corso D, Primo Livello CPIA Voltri]
Foto: credit Jeremy Bishop / Unsplash