Avete mai visto qualche volta al telegiornale come vengono accolti i diplomatici d’onore in Russia? Le ragazze in vestiti tradizionali danno il benvenuto agli arrivati e secondo la tradizione vengono offerti pane e sale su un panno ricamato.
Questa usanza risale agli antichi Slavi, prima del Cristianesimo.
Il pane in russo si chiama “karavai”, ha una forma rotonda ed è decorato con le trecce, viburno, spighe di grano o foglie di vite. Il sale, messo in una ciotola, viene posto sopra il pane.
Gli ospiti devono spezzare il pane, intingerne un pezzetto nel sale e mangiarlo.
Tutto ha un senso! Gli Slavi veneravano quattro dei del sole, perciò il “karavai” è rotondo come il sole e simboleggia la fertilità, l’abbondanza, la prosperità. Il sale, invece, nell’antichità aveva un valore enorme e non solo simboleggiava la ricchezza, ma proteggeva dagli spiriti maligni. Ricevere un ospite con pane e sale significa stabilire un rapporto di fiducia, fratellanza, unione nel dolore e nella gioia. Il rifiuto da parte dell’ospite è considerato un insulto.
Nessuna inaugurazione della casa in Russia è stata mai celebrata senza pane e sale. E, ovviamente, nessun matrimonio è completo senza “Karavai”.
C’è anche un’altra curiosità. Per preparare del pane nuziale anticamente l’acqua veniva prelevata da sette pozzi e la farina da sette sacchi. L’impasto veniva fatto da una giovane donna felicemente sposata. Anche la dimensione della pagnotta era di grande importanza. Molto spesso era necessario smontare l’apertura del forno per farla passare all’interno.
Al giorno d’oggi il “karavai” rimane un attributo di alcune cerimonie, però non si prepara più in casa, ma viene comprato in un panificio.
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Foto: credit Vitalij Belousov/Sputnik via Russia Beyond