Sono originaria di Essaouira, una bella città costiera del Marocco. Il tajine è stato il primo piatto che mia mamma mi ha insegnato a cucinare quando avevo tredici anni. A quel tempo per me era un grande piacere saperlo preparare, poi con gli anni sono diventata sempre più brava. Quando cinque anni fa ho lasciato il Marocco per venire in Italia, il tajine è stata la prima cosa che ho pensato di portare con me in valigia. Sì perché il tajine è sia il nome di una pentola di terracotta che il cibo del Maghreb in cui viene preparato ed è considerato uno dei piatti tradizionali marocchini più famosi.
La tradizionale pentola per tajine è fatta interamente in argilla pesante, a volte decorata o smaltata. È composta da due parti: la base, che è un piatto leggermente rialzato e il coperchio che è una cupola a forma di cono che viene appoggiata sulla base durante la cottura. Il coperchio è progettato per spingere il brodo fumante verso il fondo. La base invece è pensata per essere usata come piatto da portata quando il coperchio viene tolto.
Il tajine è un piatto a base di carne, pollo o pesce in umido. Esistono diverse ricette per preparare un tajine marocchino con carne e verdure. Io lo faccio così.
Metto la pentola tajine sul fuoco, verso olio, aggiungo le cipolle e a seguire la carne, aggiungo lo zenzero, la paprika, la curcuma, il pepe nero e lo zafferano e mescolo gli ingredienti nell’olio, finché la carne non cambia colore. Dopo aggiungo le verdure (patate, carote, piselli, olive) e lascio cuocere a fuoco medio per un’ora circa.
Il tajine lo servo accompagnato con il pane, insalata e qualche bevanda come ad esempio il tè marocchino.
[Hafida – Corso D, Primo Livello CPIA Voltri]
Foto: credit Dee Dee / Unsplash