Dei 12 mesi dell’anno, marzo è conosciuto in tutto il mondo per il famoso giorno 8. Ma nel mio piccolo Paese il 7 marzo è molto importante; lui non porta solo la primavera, gli uccelli migratori, i fiori… ma in Albania porta la Festa dell’insegnante. Il 7 marzo è stata aperta la prima scuola albanese tra le tante difficoltà delle invasioni straniere e questa data viene celebrata ogni anno. Ricordo quando ero bambina e mi affrettavo a comprare i fiori più belli per la mia maestra. Era la festa dell’insegnante e il giorno dei fiori, perché si vedevano tutti i bambini con mazzi di fiori in braccio.
Il tempo è passato. Io sono cresciuta e sono diventata insegnante. Era un’esperienza diversa da quella dell’infanzia. Non so spiegarlo, ma so dire che era meravigliosa! Mi faceva svegliare più felice degli altri 364 giorni dell’anno. Era il giorno in cui mi sentivo una regina, non tutti godevano di questo status: “l’insegnante”. Negli anni, questa professione mi ha insegnato a comprenderne l’importanza per le generazioni future, ad apprezzare ciò che i miei insegnanti hanno fatto per me e amare quelli che mi hanno chiamato con questo bellissimo nome: i miei alunni.
Ogni 7 marzo io ricordo e faccio sempre gli auguri ai miei insegnanti, a cominciare dalla prima insegnate della mia vita, chiamata “mamma”. Oggi sono di nuovo studente qui al CPIA e per me non importa se il 7 marzo si festeggia solo nella mia piccola Albania. Per me ogni insegnante è prezioso, è un raggio che illumina le tenebre, è una parte della nostra vita che rimane dentro di noi come una reliquia, perché ognuno dà il meglio di sé e lo fa con amore.
Dedicando a tutti gli insegnanti del mondo, in particolare alle mie insegnanti del CPIA (Cristina Gazzolo, Cristina Cumin, Marina Parodi, Anna Camerlenghi e la mia speciale Silvana Ghersetti).
[Elona – Corso A, Primo Livello Primo Periodo Pagano Doria]
Foto: credit April Walker / Unsplash