Durante la visita della nostra classe del CPIA di Pontedecimo al Museo Galata di Genova abbiamo imparato che anche gli Italiani sono stati migranti. Il museo ospita infatti anche la sezione MEM, Memoria e Migrazioni, dove si racconta l’emigrazione italiana via mare e la recente immigrazione verso l’Italia. L’emigrazione degli Italiani verso altre terre (Europa del nord, Australia e America) è avvenuta alla fine dell’Ottocento e durante il Novecento ed è stata massiva, ecco qualche motivo:
- in seguito alla grande crisi agraria degli anni Settanta che era dovuta proprio alle merci che arrivavano dall’America e che costavano notevolmente meno delle merci europee
- negli anni Sessanta dell’Ottocento è stata abolita la schiavitù, quindi il lavoro dei campi che prima era fatto dagli schiavi richiedeva manodopera che in maggior parte erano dei contadini che avevano i muscoli e avevano la voglia di lavorare
- su un livello più alto, quest’emigrazione è stata costruita, cioè avevano degli accordi tra gli stati, l’Italia ovviamente e Argentina e Brasile che avevano varato delle leggi speciali per favorire l’emigrazione.
Quest’emigrazione ha avuto delle conseguenze sulla società italiana, per esempio ha contribuito a ridurre l’analfabetismo e i migranti hanno inviato rimesse alle loro famiglie. Esse hanno stimolato l’economia del Paese.
In uno dei cinque piani del museo Galata, abbiamo preso un’idea di come erano i refettori e i dormitori delle navi sulle quali viaggiavano i migranti italiani. Nel museo c’è la ricostruzione del piroscafo Città di Torino e abbiamo simulato di imbarcarci come facevano gli Italiani che nel 1870 andavano in Argentina. I primi ad arrivare in Argentina sono stati proprio i Liguri. Ce li immaginiamo mentre sono in fila con il loro bagaglio e i bambini per mano che salutano piangendo i loro cari in attesa di imbarcarsi. Sono stati i Liguri che verso il 1830 hanno creato il quartiere de La Boca, vicino Buenos Aires, con delle case di legno che il museo Galata ha ricostruito. Con gli anni, hanno organizzato un flusso crescente di Italiani in cerca di terra e lavoro. Anche la legge argentina ha incoraggiato questo flusso, a causa di una grave crisi economica, offrendo una gratuità di alloggio per i nuovi arrivati (cinque giorni all’Hotel de Inmigrantes di Buenos Aires) e un biglietto del treno verso la sterminata pianura argentina che aveva bisogno di mezzadri.
Tra il 1876 e il 1914 si contano circa due milioni di Italiani arrivati in Argentina.
Sapevo che la storia umana è basata sullo spostamento dell’uomo, ma non conoscevo tutti i dettagli dell’emigrazione italiana. Posso dire che la storia dell’emigrazione italiana si è ripetuta con l’immigrazione verso l’Italia oggi, ma con qualche differenza d’epoca.
(Nadia, corso A, Primo Livello, CPIA Pontedecimo)