Come tutti gli stranieri in terre lontane, quando si arriva per la prima volta in un nuovo Paese si pensa che il cibo della nostra terra continuerà ad essere indispensabile nella vita quotidiana, che non ce ne saranno altri, che se si assaggia un altro cibo sarà un tradimento delle proprie abitudini. Tuttavia per me peruviano emigrato in Italia, a Genova, mentre mi accingevo a sbrigare le mie pratiche, a conoscere la città e a cercare posti dove divertirmi, era inevitabile che mi imbattessi in una pasticceria, in una pizzeria, in una trattoria o in una qualsiasi bancarella in cui venisse proposta la cucina italiana. In uno dei miei tanti giri ho scoperto nella vetrina di un ristorante un piatto molto simile a quello che avevo mangiato per gran parte della mia vita e che pensavo non avrei mai più assaporato una volta arrivato in Italia. Sia l’odore che la consistenza erano simili. Così, una volta entrato nel ristorante, con entusiasmo e curiosità patriottica, ho chiesto il nome del piatto alla cameriera.
Qualcosa in me sperava che mi rispondesse il nome con cui il piatto è conosciuto in Perù e di poterle con orgoglio dire che è un cibo tipico del mio Paese e che io rappresento quella nazione, ma no, non è andata così. Lei mi ha detto che si chiamava “trenette al pesto” e che era un piatto tipico di Genova. In quel momento la disillusione si è avvicinata, le mie aspettative sono diminuite e ho ordinato il piatto senza molte aspettative, deciso solo a sperimentare sapori nuovi. Ma una volta arrivate le trenette al pesto sono stato avvolto da una miscela di profumi e piano piano, quando ho portato alla bocca la prima forchettata, mi sono tornati in mente tutti i ricordi della mia infanzia, quando mia nonna, la mia amatissima abuela, mi preparava il mio piatto preferito. Il sapore era un po’ più intenso, ma gli ingredienti erano simili. In quel momento ho realizzato che la città di Genova e la sua cucina avrebbero potuto sostituire quel calore familiare che ci manca quando siamo stranieri in un nuovo Paese. Sono uscito dal ristorante con una sensazione di pace e sazietà e con il desiderio di saperne di più su quel piatto. Non solo, mi ha colto una grande curiosità di sapere perché fosse così simile al piatto della mia infanzia.
Ho così scoperto che l’immigrazione italiana nel XX secolo è arrivata anche in Perù, anche se non così massiccia come in Argentina e in Brasile. Inoltre la maggior parte degli immigrati provenivano dalla Liguria e dalla Lombardia e si dedicavano principalmente all’orticoltura. A causa della scarsità dei loro prodotti in terre lontane, pian piano il pesto genovese finì per subire alcune variazioni e da piatto italiano diventò un piatto tipico del Perù. La base delle “tagliatelle verdi” peruviane è una salsa di colore verde vibrante fatta principalmente con foglie di spinaci, basilico, formaggio primo sale, aglio e olio. Questi ingredienti vengono lavorati insieme fino a ottenere una miscela liscia e omogenea. Poi si aggiunge un po’ di latte per avere una consistenza più morbida. La salsa è pronta per condire los tallarines verdes de la abuela.
[Christian – corso C, Primo Livello, CPIA Voltri]
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